FORMARE COMPETENZE NELL'ISTRUZIONE

TECNICA E PROFESSIONALE

 

INTRODUZIONE (normativa e quadro  di riferimento europeo)

Il nuovo obbligo d'istruzione-formazione (riferimenti normativi)

Nuovo ordinamento degli istituti professionali e tecnici (riferimenti normativi)

Il quadro di riferimento europeo (EQF e Competenze chiave)

 

NUOVO OBBLIGO SCOLASTICO

Caratteri generali

Contesto di riferimento

Il ruolo del collegio docenti

Orientamento e recupero

La valutazione

Formazione dei docenti

Competenze chiave di cittadinanza

Assi culturali

Certificazione delle competenze di base

 

LA NUOVA ISTRUZIONE PROFESSIONALE

Premessa

1. Un nuovo profilo educativo dello studente del professionale

2. Innovare l'organizzazione scolastica

3. Una metodologia didattica finalizzata a formare competenze  

4. L'organizzazione del curricolo

 

FORMARE COMPETENZE, VALUTARE COMPETENZE (l'esperienza della rete veneta)

 

NUOVO OBBLIGO, NUOVO ORDINAMENTO, DIDATTICA PER COMPETENZE: LA SPERIMENTAZIONE IN CLASSE (ISTRUZIONE PROFESSIONALE)

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    PROPOSTA QUESTIONARI COMPETENZE LINGUISTICHE

Questionario competenze linguistiche di Italiano (classe quarta secondaria)_2015/16

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INTRODUZIONE

Il nuovo obbligo d'istruzione-formazione (riferimenti normativi)

Nuovo ordinamento degli istituti professionali e tecnici (riferimenti normativi)

Il quadro di riferimento europeo (EQF e competenze chiave)

 

IL NUOVO OBBLIGO D'ISTRUZIONE-FORMAZIONE

 

Con la Legge n. 53 del 28 marzo 2003 (Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale) è iniziato un percorso importante per l'istruzione e la formazione tecnica e professionale, un percorso che ha trovato una prima importante esplicitazione nel Decreto Legislativo n. 76 del 15 aprile 2005 (Definizione delle norme generali sul diritto-dovere all'istruzione e alla formazione, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera c) e quindi, per quanto attiene l'obbligo scolastico, la forma attuativa nella legge finanziaria 2007 (Legge 296 del 27 dicembre 2006, nell'art. 1, commi 622, 624, 632), il nuovo obbligo scolastico inizierà dall'anno scolastico 2007/08 (vedi D.M. del 29 novembre 2007). Una puntuale regolamentazione dell'obbligo d'istruzione è stata data con il Decreto Ministeriale n. 139 del 22 agosto 2007 (Regolamento recante norme in materia di adempimento dell'obbligo d'istruzione),  il decreto assieme ad altro materiale utile per l'attuazione (Lettera ai Presidi; Indicazioni sul nuovo ordinamento; Documento tecnico; Gli assi culturali; Competenze chiave di cittadinanza; Il panorama europeo) verrà pubblicato in un unico documento nei mesi successivi (dicembre 2007), assieme alle Linee guida per l'attuazione.

Di recente (gennaio 2010) è stato diramato un modello di certificazione delle competenze relative all'obbligo di istruzione. Si veda a tal proposito: Decreto Ministeriale n. 9 del 27 gennaio 2010, le Indicazioni per la certificazione delle competenze e, infine, il  Modello di certificazione delle competenze acquisite nell'assolvimento dell'obbligo.          

 

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NUOVO ORDINAMENTO DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI E TECNICI

 

L'ITER NORMATIVO

14 dicembre 2007. Si costituisce la commissione ministeriale incaricata di fornire contributi ed approfondimenti sul quadro culturale, scientifico,  tecnologico ed economico di riferimento per gli istituti tecnici e professionali (in base al decreto del ministro Fioroni).

27 marzo 2008. Parere favorevole da parte del Consiglio Nazionale per la Pubblica Istruzione sul documento di base del riordino dell'istruzione tecnica e professionale.

28 maggio 2009. Delibera, in prima lettura, dello schema di regolamento per il riordino degli istituti tecnici e professionali da parte del Consiglio dei Ministri.

22 luglio 2009. Parere favorevole da parte del Consiglio Nazionale per la Pubblica Istruzione allo schema di regolamento dei tecnici e dei professionali..

15 marzo 2010.

Emanazione del D.P.R. n. 87 concernete il riordino degli istituti professionali, assieme al decreto troviamo il profilo educativo (Allegato A); i quadri orari (Allegati B e C) e le tabelle di confluenza (Allegato D).

Emanazione del D.P.R. n. 88 concernete il riordino degli istituti tecnici, assieme al decreto troviamo il profilo educativo (Allegato A); i quadri orari (Allegati B e C) e le tabelle di confluenza (Allegato D).

15 luglio 2010. Pubblicazione delle Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento degli istituti tecnici dall'anno scolastico 2010/11.         

28 luglio 2010. Pubblicazione delle Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento degli istituti professionali dall'anno scolastico 2010/11.

30 agosto 2010. CM n. 76, Misure di accompagnamento al riordino del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione - anno scolastico 2010-2011. Assieme alla circolare vengono emanate delle schede riassuntive con indicate le azioni di informazione/formazione da attuare (Allegato 2 per l'istruzione tecnica e l'Allegato 3 per quella professionale).

 

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IL QUADRO DI RIFERIMENTO EUROPEO

 

Il consiglio europeo di Lisbona del marzo del 2000 ha rappresentato il momento d'avvio di un importante processo di trasformazione del sistema di istruzione e formazione dei Paesi membri. I diversi paesi si sono riconosciuti accomunati dall'esigenza di affrontare problematiche nuove, derivanti da rapidi cambiamenti economici, sociali, tecnologici con il conseguente continuo bisogno di rinnovamento delle competenze dei cittadini-lavoratori. Ecco quindi che i diversi Paesi decidono insieme di puntare sullo sviluppo del sistema di istruzione e formazione, per accrescere il livello di competitività dell’Europa. E' con Lisbona, quindi, che si apre la prospettiva della necessità di una stretta cooperazione in materia di istruzione e formazione professionale fra gli Stati europei. Da un lato si cercherà di definire un sistema di confronto tra i diversi titoli e qualifiche dei diversi Paesi europei il sistema EQF  (l'espressione EQF, in inglese European qualification framework, si può tradurre in italiano con "Quadro Europeo dei titoli e delle qualifiche", si tratta di un dispositivo pensato per un confronto, basato sugli esiti di apprendimento, dei titoli e delle qualifiche rilasciati dai diversi Paesi europei); dall'altro di definire quelle che devono essere le competenze chiave per i diversi cittadini dei Paesi d'Europa. 

 

EQF

Il sito di riferimento per l'EQF è il seguente  http://www.europass-italia.it/EQF.asp#doc. Da questo sito prendiamo un estratto, per il testo completo, in pdf, cliccare qui  :

"La dialettica fra Paesi fa emergere un panorama complesso e multiforme, caratterizzato da significative differenze fra sistemi di istruzione e formazione di livello nazionale e regionale e da diverse condizioni di governance complessiva dei sistemi. Quella europea, dal punto di vista delle opportunità di istruzione, formazione e lavoro, è ancora una realtà solo virtualmente fruibile in senso globale, a causa della mancanza di trasparenza delle qualifiche e della carenza di disposizioni che permettano ai cittadini di trasferire le proprie competenze da un sistema all’altro.

Per far fronte a questa situazione si rende necessario che le linee di principio definite a Lisbona vengano tradotte in azioni concrete. In questo senso va intesa la Dichiarazione di Copenaghen del 30 novembre 2002, con la quale i Ministri dell’Istruzione di 31 Paesi europei (Stati membri, Paesi candidati e Paesi See) stabiliscono delle priorità concrete, che si collocano all’interno della proposta di un Quadro unico europeo (European common framework), funzionale al conseguimento di diversi obiettivi, fra i quali:

In funzione dell’obiettivo “trasparenza si sviluppa la prospettiva di un quadro unico per la trasparenza di qualifiche e competenze. L’idea è quella di riunire in un unico formato, più visibile, maneggevole, e sotto il “marchio Europass”, i vari strumenti di trasparenza messi in campo a livello europeo.

L’esito di questo processo è la decisione n. 2241/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, con la quale viene istituito il Quadro unico europeo per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze: Europass.

In riferimento all’obiettivo “qualità”, nel Documento del Consiglio dell'Unione europea del maggio 2004 sulla garanzia della qualità in materia di istruzione e formazione professionale gli Stati membri e la Commissione vengono invitati a promuovere un quadro comune di garanzia della qualità in tema di istruzione e formazione, a coordinare le attività a livello nazionale e regionale tra i principali attori responsabili dell'istruzione e della formazione professionale, ad incentivare la creazione di reti cooperative per consentire gli scambi transnazionali delle migliori pratiche messe in campo nei diversi Paesi. E’ dell’aprile 2008 la Proposta di Raccomandazione per la garanzia della qualità nell’istruzione e formazione professionale

In funzione dell’obiettivo “riconoscimento e validazione dell’apprendimento non formale e informale”, è ancora il Consiglio dell’Unione europea del maggio 2004 la sede in cui vengono definiti i Principi comuni europei concernenti l’individuazione e la convalida dell’apprendimento non-formale e informale.

Per la definizione di un approccio comune per il trasferimento dei risultati dell’apprendimento si comincia a lavorare dal 2002, con la prima Proposta della Commissione europea su un sistema di trasferimento di crediti per l'istruzione e la formazione professionale (ECVET). L’ECVET, in inglese European Credit System for Vocational Education and Training, ispirato all’impianto ECTS (European Credit Transfer System), già in uso in ambito accademico, dovrebbe consentire il trasferimento e la capitalizzazione dei risultati dell’apprendimento in caso di transizione da un contesto di apprendimento ad un altro o di passaggi fra sistemi diversi. Il processo di costruzione del sistema ECVET, le cui ragioni sono state rafforzate con il Maastricht Communiqué del 14 dicembre 2004, si consolida con l’avviamento della consultazione fra Paesi (Commission staff working document – ottobre 2006), solo recentemente conclusa ed esitata nella Proposta di Raccomandazione del 9 aprile 2008.

In funzione dell’obiettivo codice di riferimento comune per il sistema di istruzione e formazione” si avviano le riflessioni su un quadro unico europeo, che consenta di mettere in relazione e posizionare, in una struttura a livelli, i diversi titoli (qualifiche, diplomi, certificati ecc.) rilasciati nei Paesi membri.

Nell’incontro tenuto a Bruxelles nel marzo 2005 tra i Capi di governo, viene promossa e poi avviata una consultazione tra gli Stati Membri, per valutare le diverse posizioni rispetto alla prospettiva di istituzione del quadro unico e riflettere sul possibile impatto di una meta-struttura di questo tipo sui vari sistemi nazionali. Sulla base delle conclusioni del processo di consultazione, il 5 settembre 2006 è stata presentata dalla Commissione una Proposta di Raccomandazione sulla realizzazione dell’European qualification framework per il lifelong learning (EQF), per poi arrivare alla definitiva Raccomandazione dell’aprile 2008.

In tutti i processi descritti, si inserisce in maniera centrale il concetto di “istruzione e formazione durante l'intero arco della vita”, principio guida della politica europea in materia di istruzione e formazione a partire dal 2001 con la Comunicazione “Realizzare uno spazio europeo dell'apprendimento permanente.

COMPETENZE CHIAVE

Per quanto attiene le competenze l'unione europea si è preoccupata di definire quelle che ritiene essere le competenze chiave, si veda a tal proposito la -raccomandazione- relativa a "competenze chiave per l'apprendimento permanente" del dicembre 2006 (le competenze sono state pubblicate con degli approfondimenti in una successiva edizione). Anche da queste riflessioni hanno preso lo spunto le competenze chiave di cittadinanza apparse  nel documento relativo all'obbligo di istruzione.

Ma quali devono essere queste competenze ? Vediamo in un confronto le competenze definite dall'Europa e le competenze di cittadinanza indicate nel documento relativo all'obbligo di istruzione.

 

Competenze chiave indicate dagli organismi europei

Competenze chiave indicate per l'obbligo d'istruzione

1. Comunicazione nella madrelingua;

2. Comunicazione nelle lingue straniere;

3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e

    tecnologia;

4. Competenza digitale;

5. Imparare a imparare;

6. Competenze sociali e civiche;

7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità;

8. Consapevolezza ed espressione culturale

1. Imparare ad imparare

2. Progettare

3. Comunicare

4. Collaborare e partecipare

5. Agire in modo autonomo e responsabile

6. Risolvere problemi

7. Individuare collegamenti e relazioni

8. Acquisire ed interpretare l'informazione

Come si può notare alcune competenze corrispondono perfettamente (le competenze chiave indicate per l'obbligo d'istruzione verranno viste con maggior attenzione in punto successivo della pagina) 

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NUOVO OBBLIGO SCOLASTICO 

Come già indicato, il nuovo obbligo scolastico è operativo dall'anno scolastico 2007/08, trascurando il primo anno di attivazione, sono ormai due anni che è attivo. Eppure si ha l'impressione che l'introduzione dell'obbligo non abbia modificato quasi in nulla la pratica d'insegnamento, sembra quasi che l'unico reale cambiamento riguardi l'obbligo per gli studenti di frequentare le lezioni fino a 16 anni tutto qui. In realtà, come avremo modo di vedere, le intenzioni del legislatore erano totalmente differenti, tra l'altro parlare di obbligo fino a 16 anni non è del tutto corretto, dato che il diritto-dovere di istruzione-formazione si conclude non a 16, ma a 18 anni con un diploma o una qualifica professionale.

Nelle righe seguenti abbiamo cercato di riportare quelli che ci sembrano gli elementi più significativi che sono stati introdotti dal nuovo obbligo d'istruzione. I riferimenti presi in considerazione sono: il Decreto Ministeriale n. 139 del 22 agosto 2007 (Regolamento recante norme in materia di adempimento dell'obbligo d'istruzione); altro materiale pubblicato in un unico documento nei mesi successivi (dicembre 2007) contenente: Lettera ai Presidi; Indicazioni sul nuovo ordinamento; Documento tecnico; Gli assi culturali; Competenze chiave di cittadinanza; Il panorama europeo. Le successive Linee guida per l'attuazione.              

 

CARATTERI GENERALI

L'istruzione è obbligatoria per almeno 10 anni, tuttavia il biennio della secondaria non può essere considerato come il momento conclusivo del percorso formativo dello studente, questi, infatti, deve conseguire un titolo di studio entro i 18 anni.

L'obbligo scolastico, iniziato dall'a.s. 2007/08, passa a regime con i nuovi ordinamenti dell'istruzione secondaria (dall'a.s. 20010/11, quindi).

Dato che il nuovo obbligo scolastico definisce i risultati di apprendimento attesi a conclusione del primo biennio delle superiori, indipendentemente dal percorso seguito, tutte le strutture scolastiche devono garantire il raggiungimento di livelli essenziali, sia sul piano dei saperi disciplinari, sia per quanto attiene le competenze che caratterizzano gli assi culturali del primo biennio superiore.     

 

CONTESTO DI RIFERIMENTO

Il contesto di riferimento nel quale si colloca il nuovo obbligo di istruzione è il panorama europeo, in particolare:

-  la raccomandazione, del 18 dicembre 2006, emanata dal Parlamento e Consiglio europeo relativa alle competenze chiave per l'apprendimento permanente.

- lo sviluppo dell'istruzione e  della formazione secondo le strategie europee ( si veda in questa pagina Quadro di riferimento europeo)

- il riferimento agli strumenti comunitari pe favorire la mobilità dei cittadini in ambito europeo  

 

IL RUOLO DEL COLLEGIO DOCENTI

L'attuazione del nuovo obbligo impone al collegio docenti una serie di riflessioni in merito:

- individuazione di strategie finalizzate a superare la frammentazione dei saperi nei curricoli, ricercando una maggiore interazione pluridisciplinare

- approfondire gli aspetti fondanti i quattro assi culturali (dei linguaggi; matematico; scientifico-tecnologico; storico-sociale)

- riorganizzare la didattica per puntare ad un apprendimento per competenze

- utilizzare al meglio flessibilità didattica e autonomia in funzione del nuovo obbligo

Per agevolare il compito del collegio, possono essere costituiti degli specifici dipartimenti e gruppi di lavoro dedicati a queste tematiche.    

 

ORIENTAMENTO E RECUPERO

Obiettivo prioritario, negli anni dell'obbligo scolastico, è consentire allo studente una maturazione nell'autonomia e nella responsabilità. Negli ultimi due anni dell'obbligo, al fine di limitare la dispersione scolastica e per promuovere il successo formativo, risulta fondamentale attivare delle azioni di orientamento e recupero.

Per quanto attiene all'orientamento, la presenza di assi culturali comuni, per il primo biennio della secondaria, favorisce eventuali passaggi tra percorsi di studio diversi. Nella fase di orientamento, riorientamento, è importante coinvolgere le famiglie e gli studenti stessi.

Per il recupero si consiglia una didattica centrata sui processi di apprendimento, che evidenzi i diversi ritmi e stili cognitivi , prevedendo attività dedicate al recupero degli svantaggi. In questo contesto particolare rilevanza assumono i test d'ingresso.    

 

LA VALUTAZIONE

Nella valutazione l'obiettivo è di coniugare l'accertamento dei livelli di conoscenza disciplinare, con la verifica dei livelli di competenza acquisiti dagli studenti, per far in modo che gli stessi studenti diventino protagonisti del processo valutativo che li riguarda.

E' quindi necessario approntare, assieme alle nuove metodologie didattiche, dei modelli di valutazione coerenti con il nuovo impianto culturale e pedagogico centrato sugli assi culturali e sulle competenze raggiunte.     

 

FORMAZIONE DEI DOCENTI

Il nuovo obbligo impone una trasformazione dell'impianto formativo: da un impianto curricolare di tipo disciplinare ad uno basato sulle competenze e sui risultati di apprendimento. Questo mutamento comporta un notevole impegno da parte delle scuole, in particolare per i docenti.

Proprio per i docenti è stato previsto, da parte del ministero, un piano pluriennale di formazione.

Nell'attività di formazione si punterà a:

- ricercare una condivisione della nuova prospettiva educativa

- individuare metodologie idonee per collegare i saperi disciplinari con gli assi culturali

- valorizzare gli intrecci tra i diversi assi culturali

- adeguare i criteri e le modalità di valutazione al nuovo sistema che prevede una interazione tra conoscenze, abilità e competenze.   

 

COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA

Successivamente al decreto sull'obbligo d'istruzione, è stato emanato dal ministero un documento che contiene, tra le altre cose, anche quelle che vengono considerate le "Competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine dell'istruzione obbligatoria". Nella premessa dell'allegato è così indicato: "L'elevamento dell'obbligo di istruzione a dieci anni intende favorire il pieno sviluppo della persona nella costruzione del sè, di corrette e significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione con la realtà naturale e sociale".

Le otto competenze chiave di cittadinanza sono le seguenti:

- Imparare ad imparare

- Progettare

- Comunicare

- Collaborare e partecipare

- Agire in modo autonomo e responsabile

- Risolvere problemi

- Individuare collegamenti e relazioni

- Acquisire ed interpretare le informazioni  

 

Imparare ad imparare

Questa competenza si riferisce alla capacità, da parte dello studente, di mettere a punto una efficace organizzazione del proprio apprendimento che si manifesta nell'abilità di individuare, scegliere, utilizzare, fonti informative di varia natura e nel mettere a punto un efficace metodo di studio e lavoro.

 

Progettare

Competenza nel progettare significa: abilità nell'elaborare e realizzare progetti legati alle proprie attività di studio e lavoro, utilizzando le proprie conoscenze per stabilire obiettivi significativi, realistici, valutando vincoli e possibilità, definendo strategie d'azione e verifiche dei risultati.

 

Comunicare

Intesa come capacità di comprendere messaggi di genere diverso, di diversa complessità, trasmessi usando linguaggi diversi (verbale, matematico, simbolico, ecc.) e mediante diversi supporti. Di rappresentare, inoltre, eventi, fenomeni, principi, concetti, norme, procedure, atteggiamenti, stati d'animo, ecc. utilizzando linguaggi diversi, mediante diversi supporti.

  

Collaborare e partecipare

Questa competenza prevede la capacità di interagire in un gruppo, comprendendo i diversi punti di vista, sapendo valorizzare le proprie e altrui capacità, riconoscendo i fondamentali diritti degli altri, contribuendo alla realizzazione delle attività collettive.  

 

Agire in modo autonomo e responsabile

Ossia il sapersi inserire in modo attivo e consapevole nella vita sociale, facendo valere i propri diritti e bisogni e riconoscendo quelli altrui; sapendo riconoscere limiti, regole, responsabilità.

 

Risolvere problemi

Saper affrontare situazioni problematiche costruendo e verificando ipotesi, individuando fonti e risorse adeguate, proponendo soluzioni.

 

Individuare collegamenti e relazioni

Capacità di individuare, e rappresentare, collegamenti e relazioni tra fenomeni, eventi concetti diversi (anche appartenenti a diversi ambiti disciplinari), individuando analogie e differenze, coerenze e incoerenze, cause ed effetti.

 

Acquisire ed interpretare le informazioni

Saper acquisire ed interpretare criticamente l'informazione ricevuta, valutandone l'attendibilità e l'utilità, distinguendo fatti da opinioni.   

 

ASSI CULTURALI

L'articolo 2 del regolamento relativo all'obbligo scolastico fa riferimento a saperi e competenze comuni in grado di garantire l'equivalenza formativa dei vai percorsi di istruzione e formazione. Ebbene questi saperi e competenze (definiti in termini di conoscenze e abilità) sono descritti in quattro assi culturali di riferimento, da applicare in tutte le strutture formative.

Per il loro recepimento nei curricoli dei primi due anni dell'istruzione secondaria superiore, le istituzioni scolastiche possono utilizzare le quote di flessibilità oraria del 20%.

I quattro assi culturali di riferimento individuati sono i seguenti:

- Asse dei linguaggi

- Asse matematico

- Asse scientifico tecnologico

- Asse storico sociale

 

Riporto degli estratti, con adattamenti, di quanto indicato per i vari assi. Per il testo completo rinvio al documento integrale.

 

Asse dei linguaggi

L'asse dei linguaggi presenta i seguenti obiettivi:

- Far acquisire allo studente la padronanza della lingua italiana come ricezione e come produzione, scritta e orale

- La conoscenza di almeno una lingua straniera

- La conoscenza e la formazione consapevole di molteplici forme espressive non verbali

- Un adeguato utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione

- Le conoscenze fondamentali delle diverse forme di espressione letteraria e del patrimonio artistico

- La sensibilità alla tutela e alla conservazione dei beni culturali e la coscienza del loro valore

 

Con riferimento all'asse dei linguaggi, le competenze di base a conclusione dell'obbligo d'istruzione dovranno essere le seguenti:

- Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l'interazione comunicativa verbale in vari contesti

- Leggere, comprendere ed interpretare testi scritti di vario tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi

- Utilizzare una lingua straniera per i principali scopi comunicativi ed operativi

- Utilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione consapevole del patrimonio artistico e letterario

- Utilizzare e produrre testi multimediali

Le competenze di base vengono quindi declinate in termini di conoscenze e abilità, per queste rimandiamo al documento di riferimento. Avremo modo di approfondire lo studio dell'asse dei linguaggi successivamente.        

 

Asse matematico

Questo asse ha l'obiettivo di far acquisire allo studente saperi e competenze che lo pongano nelle condizioni di possedere una corretta capacità di giudizio e di sapersi orientare consapevolmente nei diversi contesti del mondo contemporaneo.

Finalità dell'asse matematico è l'acquisizione, al temine dell'obbligo d'istruzione, delle abilità necessarie per applicare i principi e i processi matematici di base nel contesto quotidiano della sfera domestica e sul lavoro, nonché per seguire e vagliare la coerenza logica delle argomentazioni proprie e altrui in molteplici contesti di indagine conoscitiva e di decisione.

La competenza matematica comporta la capacità e la disponibilità ad usare strumenti matematici di pensiero e di rappresentazione grafica e simbolica, la capacità di comprendere ed esprimere adeguatamente informazioni qualitative e quantitative, di esplorare situazioni problematiche, di porsi e risolvere problemi, di progettare e costruire modelli si situazioni reali.

 

Le competenze di base a conclusione dell'obbligo d'istruzione dovranno essere le seguenti:

- Utilizzare le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico ed algebrico, rappresentandole anche sotto forma grafica

- Confrontare ed analizzare figure geometriche, individuando invarianti e relazioni

- Individuare le strategie appropriate per la soluzione di problemi

- Analizzare dati e integrarli sviluppando deduzioni e ragionamenti sugli stessi anche con l'ausilio di rappresentazioni grafiche, usando consapevolmente gli strumenti di calcolo e le potenzialità offerte da applicazioni specifiche di tipo informatico.

Le competenze di base vengono quindi declinate in termini di conoscenze e abilità, per queste rimandiamo al documento di riferimento.        

 

Asse scientifico tecnologico

Questo asse ha l'obiettivo di facilitare lo studente nell'esplorazione del mondo circostante, per osservare i fenomeni e comprendere il valore della conoscenza del mondo naturale e di quello delle attività umane.

Per questa tipologia di apprendimento l'esperienza diretta e l'attività di laboratorio assumono particolare rilevanza.

Nell'asse scientifico tecnologico l'apprendimento dei saperi e delle competenze avviene per ipotesi e verifiche sperimentali.

Le competenze dell'area scientifico-tecnologica, nel contribuire a fornire la base di lettura della realtà, diventano esse stesse strumento per l'esercizio effettivo dei diritti di cittadinanza.

Quest'area fornisce gli strumenti per far acquisire una visione critica sulle proposte che provengono dalla comunità scientifica e tecnologica.

Altro importante obiettivo di questo asse è rendere gli alunni consapevoli dei legami tra scienza e tecnologia, della loro correlazione con il contesto culturale e sociale, con i modelli di sviluppo e con la salvaguardia dell'ambiente.

 

Le competenza di base a conclusione dell'obbligo d'istruzione dovranno essere le seguenti:

- Osservare, descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconoscere nelle sue varie forme i concetti di sistema e

  di complessità

- Analizzare qualitativamente e quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di energia a partire dall'esperienza

- Essere consapevole delle potenzialità e di limiti delle tecnologie nel contesto culturale e sociale in cui vengono applicate.

Le competenze di base vengono quindi declinate in termini di conoscenze e abilità, per queste rimandiamo al documento di riferimento.         

 

Asse storico sociale

L'asse storico sociale si fonda su tre ambiti di riferimento: epistemologico, didattico, formativo.

Le competenze relative all'area storica riguardano, di fatto, la capacità di percepire gli eventi storici nella loro dimensione locale, nazionale, europea e mondiale e di collocarli secondo le coordinate spazio-temporali, cogliendo nel passato le radici del presente.

Per i fenomeni storici analizzati è importante comprendere la continuità e la discontinuità, il cambiamento e la diversità in una dimensione diacronica, attraverso il confronto fra epoche e in dimensione sincronica attraverso il confronto fra aree geografiche e culturali..

E' quindi importante stimolare nello studente il senso di appartenenza. che si alimenta dalla consapevolezza di essere inserito in un sistema di regole finalizzato alla tutela e al riconoscimento dei diritti e dei doveri.

La responsabile partecipazione alla vita sociale permette al cittadino di ampliare i propri orizzonti culturali nella comprensione dei valori dell'inclusione e dell'integrazione. Anche con riferimento alla raccomandazione dl Parlamento e del Consiglio europeo del 18 dicembre 2006, si cerchi di promuovere capacità progettuale individuale e le attitudini. Si forniscano, inoltre, gli strumenti per la conoscenza dl tessuto sociale ed economico del territorio, delle regole del mercato del lavoro, delle possibilità di mobilità.

 

Le competenze di base al conclusione dell'obbligo di istruzione dovranno essere le seguenti:

- Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una dimensione diacronica attraverso il confronto fra epoche diverse e in una

  dimensione sincronica attraverso il confronto fra aree geografiche e culturali.

- Collocare l'esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla costituzione, a tutela della

   persona, della collettività e dell'ambiente

- Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio-economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio    

Le competenze di base vengono quindi declinate in termini di conoscenze e abilità, per queste rimandiamo al documento di riferimento.    

  

CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE DI BASE

Come già indicato,  a gennaio 2010 è stato diramato un modello di certificazione delle competenze relative all'obbligo di istruzione: Decreto Ministeriale n. 9 del 27 gennaio 2010, allegato al decreto troviamo le Indicazioni per la certificazione delle competenze e,  il  Modello di certificazione delle competenze acquisite nell'assolvimento dell'obbligo.

 

Il decreto ministeriale

Il DM n. 9 del 27 gennaio 2010 prevede che a partire dall'a.s. 2009/10 venga adottato da tutte le istituzioni scolastiche il modello di certificazione delle competenze di base allegato al decreto stesso.

I consigli di classe, a conclusione delle operazioni di scrutinio finale, devono compilare, per ogni studente che abbia assolto all'obbligo di istruzione della durata 10 anni, l'apposita scheda di certificazione delle competenze raggiunte.

La certificazione dei livelli di competenza raggiunti nell'assolvimento dell'obbligo di istruzione viene rilasciato a richiesta dello studente interessato. Per quanti abbiano compiuto il diciottesimo anno di età è rilasciato d'ufficio.

 

Il modello da utilizzare per certificare le competenze di base

Il modello è composto da tre pagine. Nella prima pagina si riportano i dati anagrafici dello studente, l'ultima classe frequentata, l'indirizzo di studi seguito.

                

  

Nella seconda pagina vengono riportati i livelli di competenze raggiunti dallo studente per i diversi assi culturali (dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale).

L'asse dei linguaggi si divide in tre parti (con la possibilità perciò di indicare tre distinti livelli):

- lingua italiana

- lingua straniera

- altri linguaggi

 

 

Il testo che segue la tabella dei livelli specifica come le competenze di base indicate siano state acquisite dallo studente nell'ambito delle competenze chiave di cittadinanza, che vengono riportate (si veda l'immagine sopra).

Nella terza pagina si riportano i possibili diversi livelli di competenze da indicare.

 

 

Come si può constatare, tre sono i livelli di competenze che si  possono indicare: base, intermedio, avanzato; nei casi in cui lo studente non abbia raggiunto nemmeno il livello base bisogna indicare: "Livello base non raggiunto".

 

Indicazioni per la certificazione delle competenze di base

Allegato al DM relativo alla certificazione delle competenze vi sono le "Indicazioni per certificazione delle competenze relative all'assolvimento dell'obbligo d'istruzione nelle scuole secondarie superiori". Nelle indicazioni è specificato come il modello di certificazione delle competenze proposto sia strutturato in modo da rendere "sintetica" e "trasparente" la descrizione delle competenze di base acquisite.

Nelle "Indicazioni" si suggerisce, per l'accertamento delle competenze, di fare riferimento alla documentazione relativa alle prove PISA-OCSE messa a disposizione dall'INVALSI.

Dovranno essere i consigli di classe delle classi seconde della secondaria superiore, al termine delle operazioni di scrutinio finale, a compilare, per ogni studente, la scheda relativa alla certificazione, tale scheda dovrà essere conservata agli atti dell'istituzione scolastica.

Nel caso in cui lo studente non abbia raggiunto il livello base delle competenze, è necessario riportare la relativa motivazione nel verbale del consiglio di classe, nello stesso verbale bisognerà indicare anche le misure proposte per sostenere lo studente nel successivo percorso di apprendimento.

 

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LA NUOVA ISTRUZIONE PROFESSIONALE

Mi dedico ad approfondire  il nuovo ordinamento dei professionali, perché sono le scuole che conosco meglio. Anche per il prossimo anno scolastico insegnerò in un istituto professionale e in questa tipologia di scuola avrò la possibilità di sperimentare il nuovo ordinamento.

 

PREMESSA

Il DPR n. 87 del 15 marzo 2010 ha emanato il regolamento relativo al nuovo impianto dell'istruzione professionale.

Il 28 luglio 2010 sono state emanate le linee guida per il passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento.

Il 30 agosto viene emanata la CM n. 76 avente per oggetto: "Misure di accompagnamento al riordino del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione - anno scolastico 2010-2011" (con le allegate schede riassuntive per le azioni di informazione/formazione).

Nel nuovo ordinamento si propone, per l'istruzione professionale:

1. Un nuovo profilo educativo dello studente del professionale

2.  L'organizzazione scolastica

3.  La metodologia didattica

4. L'organizzazione del curricolo

Vediamo quindi nel dettaglio questa nuova proposta. Ricordo che lo scopo di questa nostra presentazione è di agevolare, riportando in forma  riassuntiva, quanto di nuovo è stato proposto. Ci siamo sforzati di evidenziare gli elementi che abbiamo ritenuto di maggior interesse e novità. Invitiamo, in ogni caso, per avere un quadro più dettagliato e completo, alla consultazione dei testi di riferimento emanati dal ministero (tutti i documenti di cui si parla sono a disposizione, in forma integrale, anche in questa pagina).

 

1. UN NUOVO  PROFILO EDUCATIVO DELLO STUDENTE DEL PROFESSIONALE

1.1. Il quadro di riferimento europeo

Il regolamento relativo al riordino degli istituti professionali ha fatto proprie le raccomandazioni del Parlamento e del Consiglio d'Europa (18 dicembre 2006) in merito alle "Competenze chiave per l'apprendimento permanente" e le raccomandazioni del 23 aprile 2008 relative alla costituzione di un "Quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente" (EQF).

Scopo dell'EQF è di costituire un sistema che consenta di confrontare, in una struttura a otto livelli, i diversi titoli rilasciati dai Paesi membri. Il confronto si baserà non più sul numero di anni di studi o sulle modalità di apprendimento, bensì sui risultati di apprendimento. In questo quadro sono nati, successivamente, il "Quadro europeo di riferimento per l'assicurazione della qualità dell'IFP" (EQARF) e il "Sistema Europeo per il Trasferimento dei Crediti per l'istruzione e la formazione professionale" (ECVET), finalizzato a stabilire un sistema di crediti che favorisca, tra i paesi europei, il reciproco riconoscimento degli apprendimenti.

Dai vari documenti emerge la necessita di sviluppare negli studenti della secondaria:

- un pensiero critico

- la competenza di "imparare ad imparare"

- una metodologia di apprendimento attivo, aperto al mondo del lavoro

Si raccomanda, quindi, una maggiore flessibilità e la capacità di riconoscere le competenze già in possesso degli studenti.

 

1.2 L'identità dei professionali

Ciò che distingue, e caratterizza, l'istruzione professionale, rispetto agli altri percorsi di istruzione superiore si può così riassumere:

- Uso di tecnologie e metodologie tipiche dei diversi contesti applicativi

- Capacità di rispondere efficacemente alla domanda di personalizzazione dei prodotti e dei servizi

- Cultura del lavoro che si fonda sulla interazione con i sistemi produttivi territoriali

Sì sottolinea, quindi, come l'integrazione con il territorio sia un fattore imprescindibile per l'elaborazione del piano dell'offerta formativa.

Nella progettazione dei percorsi è importante correlare la base d'istruzione generale e tecnico-professionale con gli interessi e le motivazioni degli studenti, ciò per far sì che i saperi appresi siano percepiti come utili, significativi e riscontrabili nel reale.    

Si sottolinea, inoltre, l'importanza dell'attività laboratoriale quale metodo che consente di apprendere in modo attivo, coinvolgente, significativo ed efficace (non solo imparare a lavorare, ma "imparare lavorando")

Bisognerà quindi favorire:

- l'auto-apprendimento

- il lavoro di gruppo

- la formazione continua

E' di fondamentale importanza che tutti i docenti adottino delle metodologie didattiche coerenti con l'impostazione culturale dell'istruzione professionale, capaci di coinvolgere e motivare all'apprendimento. Si consiglia quindi l'utilizzo di:

- metodi induttivi

- metodologie partecipative

- intensa didattica di laboratorio (anche per le discipline dell'area di carattere generale)

- uso diffuso di tecnologie delle informazione e della comunicazione

- metodologie progettuali

 

1.3 Profilo educativo, culturale e professionale (PECUP)

Il riferimento è il decreto legislativo n. 226 del 17 ottobre 2005 (allegato A). Nella progettazione dei percorsi assumono particolare importanza le metodologie che valorizzano le esperienze di raccordo tra scuola e mondo del lavoro (visite aziendali, stage, tirocini, alternanza scuola lavoro).

Nel primo biennio è prevista l'acquisizione delle competenze chiave di cittadinanza così come indicato per l'obbligo di istruzione.

 

2. INNOVARE L'ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA

2.1 Autonomia e flessibilità

Il rilancio dell'istruzione professionale si basa, innanzitutto, sull'utilizzo di due strumenti: autonomia e flessibilità.

E' possibile utilizzare, nell'organizzazione didattica dei percorsi, la quota di autonomia del 20% dei curricoli al fine di potenziare alcuni insegnamenti (ad esempio le attività di laboratorio); attivare ulteriori insegnamenti per raggiungere gli obiettivi previsti dal piano dell'offerta formativa.

L'orario di ciascuna disciplina non può essere ridotto oltre il 20%.

La flessibilità è riservata alle aree di indirizzo secondo lo schema:

- max 25% dell'orario annuale per il primo biennio

- max 35% dell'orario annuale per il terzo anno

- max 35% nel quarto anno

- max 40% nel quinto anno

 

2.2 I dipartimenti

L'impianto dei nuovi ordinamenti degli istituti professionali richiede che la progettazione formativa sia sostenuta da forme organizzate che pongano al centro delle strategie didattiche collegiali il laboratorio e la didattica laboratoriale, oltre alla costruzione di percorsi di insegnamento/apprendimento in contesti reali.

Per realizzare gli obiettivi indicati è utile che la scuola si doti di dipartimenti, quali: "articolazioni funzionali del collegio dei docenti, di supporto alla didattica e alla progettazione". I dipartimenti sono finalizzati a migliorare il raccordo tra i vari ambiti disciplinari e per realizzare interventi sistematici in relazione alla didattica per competenze, all'orientamento e alla valutazione degli apprendimenti. I dipartimenti hanno la funzione di verificare continuità e coerenza del curricolo; vigilare sui processi di apprendimento per lo sviluppo dei saperi e delle competenze.

Nel primo biennio i dipartimenti possono svolgere una funzione strategica  finalizzata a consolidare le competenze di base per l'Italiano , la Lingua straniera, la Matematica, per il necessario raccordo tra saperi disciplinari e assi culturali previsti dall'obbligo di istruzione, e tra istruzione generale e aree di indirizzo. I dipartimenti possono anche individuare i bisogni formativi degli insegnanti e definire i piani di aggiornamento; promuovere e sostenere la condivisione degli obiettivi educativi e la diffusione delle metodologie più efficaci per migliorare i risultati di apprendimento degli studenti.

 

2.3 Il comitato tecnico scientifico

 IL CTS è previsto sia composto da docenti e da esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca scientifica e tecnologica. Organismo con funzioni consultive e propositive, il comitato è stato pensato come strumento finalizzato a consolidare i rapporti tra la scuola e il mondo del lavoro e delle professioni. Le riunioni del CTS avranno cadenza, minima, trimestrale e durata di almeno un triennio.

 

2.4 Ufficio tecnico

Gli istituti professionali per gli indirizzi del settore industria e artigianato sono dotati di ufficio tecnico, questi avrà il compito di "sostenere la migliore organizzazione e funzionalità dei laboratori a fini didattici e il loro adeguamento in relazione alle esigenze poste dall'innovazione tecnologica, e per la sicurezza delle persone e dell'ambiente.               

   

3. UNA METODOLOGIA DIDATTICA FINALIZZATA A FORMARE COMPETENZE      

Nelle linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento uno spazio rilevante viene dato alla proposta di mutamenti significativi nella metodologia didattica. In particolare si concentra l'attenzione su tre aspetti:

1. Motivazione dello studente

2. Formazione e valutazione delle competenze

3. Ricerca di una necessaria "alleanze formativa" sul territorio con il mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca

 

3.1 Motivare lo studente per la costruzione di un proprio progetto di vita e di lavoro

Motivare lo studente ha, in particolare negli istituti professionali, un notevole al fine di prevenire e contrastare efficacemente la dispersione scolastica e l'abbandono.

Proprio per garantire i più alti livelli di successo formativo, le istituzioni scolastiche dovranno progettare degli interventi didattici capaci di:

a. Garantire la continuità didattica tra primo e secondo ciclo d'istruzione

b. Orientare gli studenti in relazione alle loro attitudini e vocazioni

c. Valorizzare le diverse identità, differenze culturali, stili di apprendimento, abilità

 

a. Garantire la continuità didattica tra primo e secondo ciclo d'istruzione

Il percorso formativo deve essere considerato secondo una logica di sviluppo coerente che sa valorizzare ciò che lo studente sa e sa fare e, allo stesso tempo, riconosca la specificità dei ogni ciclo scolastico. In questo contesto è di fondamentale importanza che l'insegnante conosca i risultati di apprendimento conseguiti dallo studente prima del suo ingresso nel secondo ciclo [personalmente ritengo di fondamentale importanza i test d'ingresso al fine di valutare, conoscenze, abilità e competenze]. Importante diventa costruire una rete territoriale che leghi scuole medie, secondarie di secondo grado, uffici scolastici, enti locali, associazioni.

 

b. Orientare gli studenti in relazione alle loro attitudini e vocazioni

I rapidi mutamenti del mondo di oggi disorientano i giovani che si trovano in difficoltà nelle loro scelte per il futuro. In questo contesto diventa importantissimo costruire, nel corso della secondaria, un percorso di orientamento in grado di cogliere tutte le opportunità per valorizzare attitudini e talenti.

L'attività di stage, tirocinio e di alternanza scuola-lavoro, sono di fondamentale importanza per l'orientamento.

 

c. Valorizzare le diverse identità, differenze culturali, stili di apprendimento, abilità

Per uno studente straniero il primo importante scoglio da superare è la conoscenza della lingua italiana. Conoscere la lingua è essenziale per l'integrazione, per capire e farsi capire, per lo studio, per sentirsi parte della comunità, per essere cittadino a pieno titolo.

Nella scuola deve, per i motivi visti sopra, crearsi una dimensione interculturale finalizzata a valorizzare le differenze tra le persone. In tale contesto, diventa indispensabile la promozione delle competenze chiave di cittadinanza.

 

3.2  Formazione e valutazione delle competenze

3.2.1 Una didattica finalizzata a sviluppare competenze

Il nuovo ordinamento dei professionali è diretto alla promozione di un insieme di competenze.

Per il biennio iniziale, le competenze relative alla parte comune sono già state delineate nell'impianto normativo relativo all'obbligo d'istruzione. Proprio la normativa relativa all'obbligo d'istruzione indica otto competenze chiave di cittadinanza e quattro assi culturali, quali riferimento guida per impostare l'attività formativa del primo biennio.

L'impianto europeo relativo alle competenze chiave le definisce come: "la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale".

Valutare competenze significa quindi: "accertare non ciò che lo studente sa, ma ciò che sa fare consapevolmente con ciò che sa".

L'insegnamento finalizzato allo sviluppo di competenze deve considerare:

a. Una competenza (qualsiasi sia la sua natura) si sviluppa in un contesto di coinvolgimento nell'affrontare situazioni, nel portare a termine compiti, nel realizzare prodotti, nel risolvere problemi (che implicano l'attivazione e il coordinamento operativo di quanto uno sa, sa fare, sa essere o collaborare). Chiaramente, in questo contesto, un ruolo centrale è svolto dalla "qualità" delle conoscenze e delle abilità sviluppate, queste, infatti, devono risultare utili per lo studio, il lavoro, la vita sociale e personale dello studente.

b. E'  importante suscitare nello studente il desiderio di acquisire conoscenze e sviluppare abilità per affrontare compiti che esigono una sua attivazione. E' perciò importante, da un lato individuare chiaramente le varie conoscenze e abilità che le competenze implicano, dall'altro cogliere il livello di conoscenza, abilità (ed eventualmente competenza) già posseduto. Dal confronto tra i due livelli è possibile elaborare un coerente progetto formativo.

c. Tutte le discipline devono concorrere nello sviluppo delle competenze degli studenti. Per promuovere la consapevolezza del valore delle conoscenze ed abilità acquisite è importante introdurre dei metodi di insegnamento di natura applicativa in grado di coinvolgere gli studenti. E' quindi importante creare un ambiente di lavoro nel quale si realizzano dei "prodotti" che dimostrano la capacità di utilizzare conoscenze ed abilità da parte degli studenti.

Per il primo biennio i "prodotti" potrebbero avere le caratteristiche seguenti:

- Sintesi scritte dei testi studiati (a queste sintesi possono essere accostate riflessioni personali, esempi, risultati di discussioni di gruppo)

- Casi pratici di vita quotidiana risolti mediante concetti e principi matematici

- Impostazione e realizzazione di piccoli progetti (giornalino di classe, cartelloni, ecc.)

- Progettazione di protocolli di laboratorio; ricerche; ecc.

d. L'ambiente didattico dovrebbe assumere sempre più le caratteristiche di un laboratorio (nel quale si opera individualmente o in gruppo). Si suggerisce un laboratorio di scrittura in Italiano (sostenuto da tecnologie digitali), grazie al quale di potrebbero redigere anche relazioni sulle attività svolte in altre discipline.

e. E' importante curare l'integrazione tra quanto sviluppato nell'area generale e quanto oggetto dell'area specifica di indirizzo. Perché ciò avvenga è fondamentale vi sia collaborazione tra i docenti delle varie discipline coinvolte. In sede di progettazione è opportuno indicare come la specifica disciplina intende concorrere ai risultati di apprendimento comune a tutti i percorsi, definendoli in termini di abilità misurabili.

 

Nell'ottica della nuova proposta metodologica, i dipartimenti assumono un ruolo chiave in merito alla progettazione, realizzazione, valutazione dei percorsi formativi (anche attraverso la selezione/produzione di materiale a supporto della didattica e la predisposizione di opportuni strumenti di valutazione dei progressi dei singoli studenti).

 

3.2.2 Operare per progetti

La pratica del progetto è coinvolgente per gli studenti, li stimola nel lavorare assieme in un compito condiviso avente rilevanza anche al di fuori dell'ambito scolastico. Tra i vari progetti che potrebbero essere realizzati indichiamo: produzione di uno spettacolo; pubblicazione di un giornale; preparazione di un viaggio; redigere di una guida turistica; preparare un'esposizione; girare un video; progettare e realizzare un sito informatico; ecc.

Nello sviluppo di un progetto si ha il grande vantaggio che lo studente comprende il valore delle conoscenze ed abilità acquisite e da acquisire.

Da un punto di vista operativo si parte da un primo momento progettuale (è il momento ideativo) nel quale vengono definiti: obiettivi, processo di produzione, tempi, luoghi, persone e risorse necessarie. E' opportuno attivare un controllo della qualità nella realizzazione del progetto.

 

3.2.3 Valutare le competenze sviluppate

Per questo ambito è importante, innanzitutto, stimolare nello studente la capacità alla autovalutazione del livello di competenze raggiunto. Ciò per almeno due importanti ragioni:

1. Primo perché è importante sviluppare nello studente delle competenze autoregolative del proprio apprendimento

2. Secondo perché la constatazione dei progressi ottenuti è una delle più importanti forze motivanti

Si ricorda che la competenza si manifesta quando uno studente è in grado di affrontare un compito (o realizzare un prodotto) a lui assegnato, mettendo in gioco le proprie personali risorse (conoscenze e abilità) e, se disponibili, risorse a lui esterne.

Non è possibile limitarsi ad una sola prestazione per valutare la competenza raggiunta, bensì bisogna poter disporre di un insieme di prestazioni. Per questo motivo è importante costruire un repertorio di strumenti e metodologie di valutazione facenti riferimento a più fonti informative con relativi strumenti.

Il processo valutativo si deve distinguere in due momenti:

a. La raccolta delle informazioni

b. La lettura delle informazioni raccolte

Per quanto attiene alla raccolta delle informazioni è necessario che queste siano affidabili e pertinenti. Per ciò che concerne la loro lettura, invece, è importante aver definito i criteri di lettura.

Nel valutare competenze un primo passo importante consiste nel valutare la qualità delle conoscenze e delle abilità possedute, ossia nel valutare quanto queste siano: significative, stabili, fruibili (in contesti diversi da quello in cui sono nate).

É quindi importante valutare le componenti affettive e motivazionali che emergono dallo studente. É evidente che un atteggiamento di rifiuto, di chiusura, di disinteresse pregiudica, pesantemente, la possibilità di acquisire competenze, e ne condiziona la loro esplicita manifestazione.

Le fonti informative a cui far riferimento per valutare le competenze sono legate a:

- risultati ottenuti durante lo svolgimento del compito

- modo nel quale lo studente è arrivato ai risultati

- percezione che lo studente ha del proprio lavoro

La raccolta sistematica delle informazioni e la loro lettura e interpretazione permette di poter inferire il livello di competenze raggiunto.         

 

3.3  La ricerca di un'"alleanza formativa" sul territorio

Lo stretto raccordo degli istituti professionali con il mondo del lavoro e con il contesto territoriale rappresenta un significativo patrimonio da riprendere e rilanciare. Le "alleanze formative" con le imprese aiutano a meglio rispondere alle diverse richieste provenienti dagli studenti.

La collaborazione scuola-impresa, facilita lo scambio di informazioni riferentisi, ad esempio, alle competenze specifiche richieste dal mondo del lavoro e con ciò aumenta le possibilità di inserimento in quello specifico ambito lavorativo.

Il rapporto con le imprese consente alla scuola di gestire al meglio il margine di flessibilità ed autonomia disponibile.

Nel rapporto con le imprese si collocano: stage, visite aziendali, tirocini formativi, alternanza scuola-lavoro. L'esperienza sul campo aiuta il giovane nella scoperta della propria vocazione professionale e nella sperimentazione di quali conoscenze, abilità competenze siano oggi necessarie nel mercato del lavoro.

 

4. L'ORGANIZZAZIONE  DEL CURRICOLO

4.1 Profili generali  

4.1.1 Il raccordo tra l'area d'istruzione generale e l'area di indirizzo

Così come indicato nel regolamento, l'area di istruzione generale, comune a tutti i percorsi, ha l'obiettivo di fornire ai giovani (a partire dal rafforzamento degli assi culturali che caratterizzano l'obbligo d'istruzione) una adeguata preparazione su cui innestare conoscenze teoriche e applicative (e abilità cognitive proprie dell'area di indirizzo).

Per comprendere il rapporto tra le due aree è importante ricordare che esse non possono essere nettamente distinte, per i seguenti motivi:

- Fanno parte integrante delle cultura generale di una persona anche le informazioni relative ai temi del lavoro e della tecnologia

- Essere dei professionisti capaci non significa solo possedere le necessarie competenze comunicative e relazionali, ma anche le capacità di saper

  riflettere sulla natura del proprio lavoro e il saper valutare valore e conseguenze dell'uso delle tecnologie nella società.

Nel primo biennio il peso dell'area di istruzione generale è maggiore e, in raccordo con l'area di indirizzo, esplica una funzione orientativa per le scelte future. Decresce negli anni successivi, assumendo una funzione formativa più legata a contesti specialistici.

Nel primo biennio i risultati di apprendimento dell'area di istruzione generale sono in linea di continuità con gli assi culturali dell'obbligo di istruzione.

Le competenze linguistico-comunicative, proprie dell'asse dei linguaggi, sono patrimonio comune a tutti i contesti di apprendimenti e costituiscono obiettivo dei saperi afferenti sia ai quattro assi culturali, sia all'area di indirizzo (le discipline scientifiche e tecniche favoriscono l'allargamento dell'uso della lingua nel loro ambito)

L'asse matematico consente allo studente di acquisire le abilità necessarie per risolvere semplici problemi legati al contesto della sfera domestica.

L'asse storico-sociale contribuisce alla comprensione "critica" della dimensione culturale dell'evoluzione scientifico-tecnologica e sviluppa il rapporto fra discipline tecniche e insegnamento della Storia.

Gli insegnanti delle discipline tecniche potrebbero introdurre elementi di storicità, che aiutano a comprendere meglio le dinamiche di sviluppo delle tecniche.

Gli insegnamenti relativi a cittadinanza e costituzione possono sviluppare organici raccordi tra le due aree per aumentare le competenze chiave per l'apprendimento permanente.

Per quanto attiene alla metodologia didattica, il laboratorio, tutte le esperienze svolte in contesti reali, l'alternanza scuola-lavoro risultano ambiti ambiti d'apprendimento ideali dato che consentono, oltre ad un  notevole coinvolgimento, la connessione tra competenze disciplinari diverse. Questi strumenti, infatti:

- Implicano una partecipazione creativa e critica ai processi di ricerca e di soluzione dei problemi

- Stimolano la propensione ad operare per obiettivi e progetti

- Abituano al lavoro cooperativo e di gruppo

- Abituano ad assumere atteggiamenti responsabili ed affidabili

Da un punto di vista organizzativo, la struttura più idonea a sostenere l'integrazione tra le discipline che si riferiscono alle due aree è il dipartimento. Questo può avere un importante ruolo di facilitazione del lavoro collegiale al fine di collegare organicamente i quattro assi culturali, tra loro, e con i risultati di apprendimento relativi ai diversi indirizzi.

Utilizzando la quota prevista per l'autonomia è possibile progettare, nel primo biennio, percorsi didattici pluridisciplinari in termini di apprendimento per competenze.

L'asse scientifico-tecnologico contribuisce a rendere consapevoli gli studenti dei legami esistenti tra scienza e tecnologia. La consapevolezza della interdipendenza tra evoluzione della scienza e della tecnologia e mutamenti etici, sociali, ambientali.

 

4.1.2 Curricolo e filiere produttive

Le filiere produttive costituiscono gli ambienti di riferimento per i percorsi formativi degli istituti professionali. La flessibilità, introdotta con il nuovo ordinamento, consente una migliore gestione del professionale, adattabile a bisogni locali. É necessario che i percorsi riferiti alle filiere produttive siano costantemente monitorati, per far ciò è necessario considerare delle azioni:

- Finalizzate a programmare in modo coordinato i risultati di apprendimento con i contesti esterni, in essi, infatti, gli studenti utilizzeranno conoscenze,

   abilità, competenze acquisite

- Di revisione periodica degli insegnamenti/apprendimenti in relazione alle innovazioni delle tecnologie e dei processi produttivi

- Di aggiornamento permanente dei contenuti e dei metodi di valutazione degli apprendimenti

 

4.1.3 Il laboratorio come metodologia di apprendimento

Nei nuovi ordinamenti il laboratorio è visto come metodologia didattica che deve  coinvolgere tutte le discipline. Il laboratorio, infatti, facilita la personalizzazione del processo di insegnamento/apprendimento e consente agli studenti di acquisire il "sapere" attraverso il "fare" (dando forza all'idea di "imparare ad imparare", indicata come competenza chiave anche a livello europeo).

Le attività laboratoriali sono molto importanti perché in esse protagonisti diventano gli studenti che in tal modo superano l'atteggiamento di estraneità/passività che spesso caratterizza le lezioni frontali.

Grazie al laboratorio i docenti possono guidare l'azione didattica attraverso "situazioni-problemi" e utilizzare strumenti per orientare e negoziare il progetto formativo con i diversi studenti, ciò consente loro di acquisire consapevolezza dei propri punti di forza e debolezza. L'attività di laboratorio può assumere anche la dimensione pluridisciplinare.

 

4.2 Aspetti trasversali

4.2.1 Legalità, cittadinanza e costituzione

Nel  dicembre del 2006 è stato istituito il programma "Europa per i cittadini" finalizzato a promuovere l'attiva cittadinanza europea e a sviluppare l'appartenenza ad una società fondata sui principi di libertà, democrazia e rispetto dei diritti dell'uomo (a tal proposito si veda anche la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, del 07 dicembre 2007).

Educare alla legalità deve quindi significare:

- Elaborare e diffondere un'autentica cultura dei valori civili

- Consentire l'acquisizione di una più profonda nozione dei diritto dei cittadini

- Sviluppare la consapevolezza che condizioni quali dignità, libertà, solidarietà non possono essere considerate come acquisiste per sempre, ma

  siano perseguite e protette, una volta conquistate

I risultati di apprendimento comuni a tutti i percorsi dell'istruzione  professionale contribuiscono nel fornire allo studente un sistema di valori coerenti con i principi della costituzione.

Le attività e gli insegnamenti relativi a "Cittadinanza e costituzione" devono coinvolgere tutti gli ambiti disciplinari, pur sviluppandosi, in particolare, negli ambiti di interesse storico-sociale  e giuridico-economico.

In questo contesto riveste grande importanza la dimensione dell'accoglienza, quale strumento finalizzato ad accogliere, conoscere e valorizzare i diversi alunni.

Già nel primo biennio è opportuno valorizzare il concetto di "Cittadinanza attiva" quale elemento catalizzatore della valenza educativa di tutte le discipline. Nell'insegnamento di cittadinanza e costituzione è importante focalizzare lo studio della Costituzione italiana a partire dall'Assemblea costituente, cercando di far in modo che diventi parte fondante delle coscienze, incidendo nei comportamenti in rapporto a diritti e doveri.

Nel primo biennio si propone lo studio della Costituzione italiana (principi, libertà, diritti e doveri) dell'Unione europea e delle grandi organizzazioni internazionali.

É opportuno, poi, procedere con un minimo di "alfabetizzazione" finanziaria, in modo da fornire agli studenti gli strumenti utili a comprendere benefici e rischi nell'utilizzo di beni e servizi finanziari.

 

4.2.2 Conoscenza dell'ambiente e del territorio

I risultati di apprendimento relativi al profilo culturale, educativo e professionale degli istituti professionali contengono espliciti riferimenti alla dimensione geografica dei saperi.

Nel primo biennio, gli aspetti geografici forniscono i concetti di base sull'organizzazione territoriale, sulla comprensione del significato dell'ambiente naturale e artificiale, sull'utilizzo corretto delle fonti, sulla specificità del linguaggio cartografico. Per quanto riguarda la scelta delle tematiche e delle conoscenze specifiche dell'educazione geografica, si veda il sito dell'ANSAS ( http://www.indire.it/ ) , dove è possibile trovare delle utili esemplificazioni ad uso delle scuole.

 

4.2.3 La formazione per la sicurezza

In relazione all'assolvimento dell'obbligo di istruzione, gli argomenti che riguardano la sicurezza trovano corrispondenze nei saperi e nelle competenze riguardanti gli assi scientifico-tecnologici e storico-sociale.

Il tema della sicurezza è di particolare rilevanza nell'istruzione professionale, dato che a conclusione dei loro percorsi gli studenti sono in grado di padroneggiare l'uso di strumenti tecnologici, con particolare attenzione alla sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro, alla tutela della persona, dell'ambiente e del territorio.

Per tutti i percorsi del professionale la sicurezza è un valore che deve essere perseguito attivamente, attraverso l'attività di progettazione, produzione, costruzione e gestione, un valore intrinseco che deve essere introdotto fin dalla fase dell'obbligo.

Si ricorda , inoltre, come le tematiche sulla sicurezza siano multidisciplinari e perciò debbono coinvolgere tutti e docenti.

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FORMARE COMPETENZE, VALUTARE COMPETENZE 

(L'esperienza del Veneto)

 

Introduzione

Mi sento di proporre l'esperienza del Veneto perché è quella che meglio conosco, dato che vivo e lavoro in questa regione. Non conosco la situazione nelle altre regioni, non so quante hanno iniziato esperienze simili su queste tematiche, quali i risultati. Se qualche collega ha esperienze in tal senso mi contatti pure. Molto interessante diverrebbe un confronto relativo alle modalità seguite dalle varie regioni per attivare questo nuovo approccio alla didattica, basato sulle competenze.

 

Un primo punto (link) di riferimento

Innanzitutto fornisco un link di riferimento, per quanti desiderassero un diretto contatto con quanto prodotto dalla rete veneta di scuole che ha lavorato sulle competenze, si tratta di www.piazzadellecompetenze.net. In particolare nella pagina http://www.piazzadellecompetenze.net/index.php?title=I_Progetti_FSE_per_la_descrizione,_valutazione_e_certificazione_delle_competenze è possibile trovare per i diversi profili la descrizione dei risultati di apprendimento.

Partendo da questo lavoro ho prodotto delle proposte di lavoro per il dipartimento di Lettere della scuola dove insegno l'IIS "Euganeo" di Este, per i risultati di tale lavoro rinvio alla sezione successiva "Nuovo obbligo, nuovo ordinamento, didattica per competenze: per una prima sperimentazione in classe".         

                  

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NUOVO OBBLIGO, NUOVO ORDINAMENTO, DIDATTICA PER COMPETENZE:

LA SPERIMENTAZIONE IN CLASSE

(ISTRUZIONE PROFESSIONALE)

 

Descrizione dei risultati di apprendimento per l'indirizzo SERVIZI PER L'ENOGASTRONOMIA E LA RICETTIVITà ALBERGHIERA (prodotto dalla RVC Rete Veneta per le Competenze)

Format UdA (prodotto dalla RVC)

Format UdA con indicazioni

Esempio UdA INDAGINE SULLE ABITUDINI ALIMENTARI DEGLI STUDENTI

Varie UdA di cittadinanza (proposte dalla RVC)

Varie UdA per l'indirizzo SERVIZI PER L'ENOGASTRONOMIA E LA RICETTIVITà ALBERGHIERA (proposte della rete degli Istituti Alberghieri)

RVC Linee guida per la pratica didattica

RVC Una rete per le competenze (report  finale delle attività dei progetti realizzati dalla RVC, con indicazioni per le U.d.A. e la Prova Esperta)

 

PRESENTAZIONI

PROGETTARE, REALIZZARE E VALUTARE  U.d.A, (mia presentazione in ppt per l'incontro del 02 ottobre 2015)

ATTUARE LE UdA (mia presentazione in ppt per l'incontro del 17 febbraio 2016)

FORMAZIONE UdA NUOVI COLLEGHI (mia presentazione in ppt per l'incontro del 03 novembre 2016; i link delle diverse slide non sono attivi, il materiale collegato alla presentazione è rintracciabile nel presente sito e nel sito www.sportellouda.it/joomla348 )

 

PROPOSTA UdA

UdA per la classe prima "Indagine sulle abitudini alimentari degli studenti"

UdA per la classe seconda "Fons Aponi, le Terme Euganee in età amtica"

UdA per la classe terza "Relazionare con precisione ed efficacia (produrre un "format" adeguato per le attività di stage"

UdA per la classe terza "Il territorio padovano nei secoli del Basso Medioevo"

UdA per la classe terza (indirizzo turistico)  "Progettare un itinerario culturale-turistico ed enogastronomico"

UdA per la classe quarta "Lo straniero della porta accanto"

 

GRIGLIE PER VALUTARE LE UdA

Griglia per valutare tutte le materie dell' UdA, per l'intera classe

Griglia per valutare la singola materia dell'UdA, per l'intera classe

 

 

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Aggiornato al : 03-11-16  
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